La normativa nazionale in materia di sicurezza delle costruzioni ha subito di recente profonde trasformazioni, sia per quanto riguarda la definizione degli effetti indotti dall’ambiente (le “azioni”) sia per quanto riguarda i livelli di protezione richiesti, e le relative metodologie di valutazione, nei confronti di tali effetti.
Per quanto riguarda le “azioni”, l’innovazione più importante riguarda la definizione della pericolosità sismica del territorio nazionale: l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n°3274 del 2003 ha stabilito infatti che nessuna parte del territorio non può più essere considerata esente dalla possibilità che si verifichi un terremoto durante la vita prevista di una costruzione, definendo nel contempo l’intensità di riferimento per le verifiche di sicurezza, fissata per ogni singolo sito, in funzione anche della destinazione d’uso della singola costruzione.
La stessa O.P.C.M. – al comma 3 dell’articolo 2 – ha posto a carico dei rispettivi proprietari l’obbligo di procedere alla verifica sismica sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, che degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.
Strutture & Progetti Ingegneria ha maturato una pluriennale esperienza nell’esecuzione di verifiche di vulnerabilità su edifici esistenti – sia pubblici che privati – avendo dar corso alla loro effettuazione fin dai primi anni di entrata in vigore della sopracitata O.P.C.M.
Lo studio di vulnerabilità sismica di un fabbricato si articola attraverso distinte fasi operative, così suddivise:
- Analisi storico-critica: la conoscenza della storia edificatoria di un fabbricato è elemento indispensabile sia per la valutazione della sua sicurezza attuale (sia statica che sismica), anche in considerazione della corretta definizione degli interventi di riparazione, miglioramento o adeguamento sismico che si volessero andare ad attuare. La lettura e la disamina di tutta la documentazione progettuale esistente consentirà di evidenziare l’epoca di costruzione, le tecniche e le regole costruttive, le norme utilizzate al tempo dell’edificazione, la forma originaria e le successive modifiche del manufatto, le eventuali deformazioni e/o i dissesti con i quadri fessurativi presenti, gli interventi di consolidamento eseguiti nel tempo.
- Rilievo geometrico: è finalizzato alla definizione sia della geometria esterna, che dei dettagli di tutti gli elementi costruttivi con funzione strutturale: il rilievo geometrico degli elementi strutturali dovrà permettere quindi l’identificazione dell’organizzazione strutturale, l’individuazione della posizione e delle dimensioni di travi, pilastri, scale e setti, e l’identificazione dei solai e della loro tipologia.
- Caratterizzazione meccanica dei materiali: per conseguire un’adeguata conoscenza delle caratteristiche meccaniche dei materiali e del loro degrado, ci si baserà sulla documentazione progettuale disponibile, e sull’effettuazione di una campagna di indagini e prove in situ dedicata, eseguita sulle strutture, quali carotaggi, prove con sclerometro, ultrasuoni e pull out sul calcestruzzo, prelievo di campioni d’accio e prove con durometro sull’acciaio, carotaggi, prove soniche e prove con martinetti piatti sulle murature.
- Valutazione della sicurezza strutturale: è il lavoro conclusivo sul quale convergono tutti i dati raccolti nelle prime fasi, e che richiede uno studio approfondito di tutti i dati raccolti, nonché l’esecuzione di verifiche strutturali di tipo statico e dinamico attraverso l’effettuazione di una modellazione strutturale agli “elementi finiti”: consentirà di determinare l’entità delle azioni sismiche che la struttura è in grado di sostenere con il livello di sicurezza richiesto dalle vigenti normative NTC 2018.